
BREAKDOWNS AT TIFFANY’S
Dal territorio underground tedesco e più precisamente da Krefeld, una formazione metalcore che si è fatta largo da più di una decade e non tanto in sordina, perché i breakdown ce l’hanno anche nel nome, una garanzia. Sono i BREAKDOWNS AT TIFFANY’S che escono il 3 aprile 2020 con il terzo album in studio ETERNAL LORDS, follow-up dei precedenti Constants e Gravity.
BREAKDOWNS AT TIFFANY’S. ETERNAL LORDS.
Overview
Tutto sembra molto curato nel dettaglio quando si tratta di questa formazione teutonica da cinque, dal nome scenico, alla copertina del disco e alla scelta del titolo, al sound atmosferico e suggestivo. Archi, pianoforti e synth a volontà aprono e chiudono scenari tra le intercapedini dell’heaviness. Non manca la matrice progressiva e tecnica di corde, in combinazione a un lavoro di chitarra solista fondamentale per la resa melodica dei passaggi più evocativi. I Breakdowns At Tiffany’s sono in gioco con una serie di carte vincenti in mano e danno filo da torcere agli avversari della scena perché competono sul dettaglio del soundscape creato e della texture, che in questo album eccezionale fanno la vera differenza, sublimati da una produzione cristallina.
BREAKDOWNS AT TIFFANY’S. ETERNAL LORDS.
Track by track review
Il nuovo lavoro dei Breakdowns At Tiffany’s parte con l’introduzione sintetizzata ed evocativa della traccia opener strumentale Thrones. Nebulizzato e con un tappeto di piano e archi, il brano consente un ingresso epico al disco a partire da un’atmosfera dalle tonalità fantasy.
Chitarroni e basso in chug costante sbuffano nel secondo brano Collapse e si intrecciano proprio a quello stesso synth che crea il retroscena mistico della traccia. Metalcore nella forma più pura scorre attraverso tutte le vene dell’arrangiamento, in transizione fluida verso un bel chorus appoggiato sul pianoforte e spolverato di melodico.
Animals è un brano interessante perché si allarga sul progressive metalcore con i virtuosismi di chitarra. Con un groove accattivante alla base, il pezzo sussulta e procede con una certa fretta del tappeto ritmico introducendo all’interno della cortina, una squisita chitarra melodica sul pre-chorus e sul ritornello stesso. Dal centro, una serie di plettrate mute e ambience fanno galleggiare l’arrangiamento mettendo appunto un climax, preludio di un maestoso breakdown. Animals è un brano feroce e affascinante su una funzionale formula heavy-yet-hooky. Sulla stessa impronta progressive e tecnica miscelata a una languida chitarra melodica, un altro brano più avanti nella selezione: Two Thousand Fears.
L’elemento atmosferico onnipresente nel disco si tinge di tedioso per il quarto brano Tremors. Oltre alla nuance oscura, questo capitolo combina una dose di impenitente brutalità e di fascino su due fronti: il ritornello stregato e il breve interludio di archi e pianoforte sintetizzati che vengono innestati nell’heaviness e trainati fino alla fine.
È la volta di un secondo brano strumentale che dura meno di 50 secondi, Cold Sweat, che riprende lo scenario fantasy dell’apertura, programmato e sintetizzato su tutti quegli elementi di bellezza mistica del disco.
Pochi secondi di fiato sospeso e Messenger attacca senza fronzoli su un’aderenza chirurgica di basso e chitarra in palm muting, breve e fulminante da un lato, e dall’altro un morbido giro melodico che ne avvolge la tonalità. Spendo una parola in più per dare merito alla capacità vocale di questo cantante, che usa una micidiale e infallibile arma di low growl e mid growl. Il metalcore tout cour qui ammicca alla versione di caratura tecnica e di influenza Djent. E il tutto è condito da un catchy chorus.
Into The Abyss è una delle tracce banger del disco. Si contorce su un’agitata sezione ritmica e un drumming furioso a tutti blast beats. La nevrosi costante trascina faccia a terra su tutta l’esecuzione in cardiopalmo, concedendo quel poco respiro su un intermezzo pulsante elettronico, morbido preambolo per il breakdown. Sul ritornello il melodico torna ad avvolgere con la circolarità il muro del suono. Qui i Breakdowns At Tiffany’s introducono una dose massiccia di deathcore, tanto evidente sul lavoro di pelli atomico finale appaiato allo staccato di chitarra e sugli istanti più esagitati di un brano dalle fauci spietate.
Degna di portare il titolo dell’album, Eternal Lords è introdotta da una di quelle aperture suggestive da soundtrack cinematografica ascoltate in precedenza e qualcosa come un lavoro di chitarra à la Wage War. Le atmosfere si propagano su tutto il brano, che procede con un groove tenace e una melodia di chitarra solista acuta, che a sentirla così sembra integrare del tremolo. Occhio al breakdown che arriva al 3,10!
L’ultimo interludio strumentale del nuovo Breakdowns At Tiffany’s è 8643 e mette in scena una base pulsante elettronica. Si tratta dell’ultimo istante di ossigeno, atto a prendere fiato in vista di Domestic Horrors, mastodonte del breakdown fest senza mezze misure né compromessi, con un denso lavoro di basso che emerge dallo strumentale antagonista. Riassumibile come il brano della straight heaviness in tripudio dal minuto 2 in punto, dove arriva come un autoblindo inarrestabile in full blast. Un brano che tra l’altro mette in vetrina i low growl più abissali e prolungati del disco.
Non si smentiscono fino alla fine i teutonici, perché tra le dinamiche del disco, collocano un altro grande brano a due passi dalla chiusura: A Serpent’s Tongue. La melodia si intreccia all’architettura serrata di chitarre rampanti e pelli audaci, con una veste sibillina e seducente di atmosfere vellutate.
La nota di chiusura su cui i Breakdowns At Tiffany’s tirano le fila del discorso è quella heavy. Per l’ultima traccia Unraveled, la prima evidenza è la chitarra solista che entra gradualmente e la seconda è l’evoluzione sul deathcore di drumming in nevrosi da doppio pedale. L’ascolto si chiude sull’ultima volata ritmica e sull’ultimo velenoso tentativo di seduzione di un melodico che la sa veramente lunga di come si strappa il piacere.
Rating: 9.5/10
Brani suggeriti: Collapse, Animals, Messenger, Into the Abyss, A Serpent’s Tongue, Unraveled
Breakdowns At Tiffany’s – Eternal Lords tracklist:
1. Thrones
2. Collapse
3. Animals
4. Tremors
5. Cold Sweat
6. Two Thousand Fears
7. Messenger
8. Into The Abyss
9. Eternal Lords
10. 8643
11. Domestic Horrors
12. A Serpent’s Tongue
13. Unraveled
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