
JACK SAVORETTI: viva emozione dal palco alla platea
Live al Lunaria festival, Recanati
Sono testuali parole di Jack Savoretti, che sorridendo con un velo di emozione sul palco, dichiara di essere innamorato del nostro Paese. “Anche troppo”, aggiunge come inciso poco prima di lasciare il suo pubblico senza fiato con una rivisitazione in acustica e voce di Ancora Tu di Lucio Battisti.
Il cantautore di corrente melodica, con l’aggiunta di una buona dose di rock al sapore di folk, che echeggia di rock alternativo, e decisamente di songwriting all’inglese, si è esibito al Lunaria festival, evento estivo promosso da Musicultura all’insegna di notturni in musica e poesia incorniciati dalla suggestiva piazza Leopardi a Recanati, nelle Marche.
Ho avuto l’occasione di seguire un evento tanto magico dai primi posti del settore centrale e al mio arrivo, dinnanzi la distesa della platea, si apriva il palco che per l’occasione è stato allestito con ben 5 chitarre elettriche, 5 chitarre acustiche, 1 basso elettrico e 1 basso acustico, 2 tastiere, una batteria. Sul retro le chitarre elettriche di Pedro Vito, e di fronte le inseparabili chitarre acustiche di Jack Savoretti, intercambiate per ciascun pezzo.
5 chitarre elettriche e 5 chitarre acustiche sulla sinistra del palco, sul retro le prime di Pedro, di fronte le seconde di Jack.
The Leading Guy.
Artista di apertura di Jack Savoretti.
Il concerto è stato preceduto dall’artista di apertura The Leading Guy: voce su chitarra acustica, country e anche lui decisamente folk, ma all’Irlandese. Dell’Irlanda porta infatti un delizioso accento nel canto e una sonorità del tutto gradevole. Un songwriter che mi ha colpito, The Leading Guy, nome d’arte che contraddistinguere il progetto solista del friulano Simone Zampieri. Sonoramente, l’ascolto di questo artista ha richiamato alla mia memoria delle somiglianze con la timbrica e l’acustica dell’artista londinese Keaton Hanson. Vocals graffianti quelle di The Leading Guy, un falsetto impeccabile, un timbro pulito e rotondo nella voce di testa. Ho avuto il piacere di ascoltare alcune folk ballads ritmate ed intervallate a pezzi melodici, il tutto disciolto su lyrics che sono poesia.
Preparatasi la giusta atmosfera in Piazza Leopardi, il concerto dell’attesissimo Jack Savoretti inizia alle 21.30 e si distende su di un’ora molto intensa e ricca di emozioni, fino alle 22.30, quando l’artista e i suoi musicisti escono dal palco ma vengono acclamati da un pubblico in delirio che richiede una nuova uscita. Questa ci viene concessa, e dunque il concerto si estende su un altro buon quarto d’ora e ci toglie tutta la sete di Jack Savoretti.
Jack Savoretti
Sleep No More Tour
La tappa recanatese fa parte dello Sleep No More tour del cantante italo-britannico, album in release lo scorso 28 ottobre 2016 da BMG. Un album incentrato sul ringraziamento alla moglie, l’attrice inglese Jenna Powell, che ha voluto translitterare in musica. Cardine dell’album è dunque il viaggio verso la maturità personale accanto al concetto di amore come compromesso fra passione e responsabilità familiare. Il concerto delizia dunque il proprio pubblico della maggior parte delle tracce di questo record, miscelate ai brani più noti di questo artista, aprendo con l’omonima Sleep No More.
Sin dalla prima performance, Jack Savoretti si presenta un cantante energico, dal modo di pizzicare la sua chitarra acustica e col suo linguaggio corporeo grintoso, una voce inconfondibilmente grunge che graffia l’udito in fusione invisibile a una tonalità più calda e romantica, una voce piena, che invece lo accarezza.
Seguono le bellissime We Are Bound e Deep Waters. Si accende una potente energia con l’esecuzione successiva di Tie Me Down, inequivocabile per il suo attacco con gritty and raspy vocals molto pronunciate senza accompagnamento. E quindi Jack Savoretti ci intrattiene con Sweet hurt e la sua bellissima I’m Yours, che preannuncia al suo pubblico descrivendola come una canzone scritta per una ragazza nel tentativo di convincerla per il resto della propria vita di essere la persona giusta per lei. Strappa una commovente emozione alla maggior parte del pubblico sulle note di Ancora Tu di Battisti a seguire, laddove dichiara l’amore per le sue radici italiane e l’ispirazione di questo brano infusa da suo padre fin da bambino.
Jack Savoretti ci regala a questo punto della sua esibizione, a cui ho assistito tutta d’un fiato, un intermezzo di pura armonia musicale, con Breaking The Rules che vede l’uscita dal palco di tutti gli strepitosi musicisti che si sono combinati con il cantante, e restano soltanto le note di un sentimentale pianoforte a prenderci per mano su una delle tonalità più favolose di Jack Savoretti. Giochi vocalici che si prolungano di molto oltre la normale durata della canzone, note che volano e tornano ad adagiarsi sulla tastiera del piano. In questa esecuzione, il cantautore sfoggia il massimo della versatilità associata alla sua tecnica graffiante.
Home. Jack Savoretti accende il pubblico.
Con Home, Jack chiede al pubblico di alzarsi in piedi. Il fascino mortale subito dal pubblico, si tramuta da questo punto del concerto in avanti, in delirio. A partire da questo brano si crea un energico vibe tra gli spettatori, e prende l’avvio un crescendo di entusiasmo e coinvolgimento totalizzante del pubblico. Ci regala a questo punto i brani The Other Side Of Love e Back Where I Belong, in alcuni punti rivelatisi intermezzi assurdi di musica senza voce specialmente al piano, su ritmica estremamente veloce e assoli di chitarra.
Si riversa quindi su I’m Not Worthy e il brano confidenziale e sentimentale Catapult. A seguire una delle mie preferite in assoluto, When We Were Lovers, con la quale scende il sipario di un finale col botto. Il brano si prolunga infatti ben oltre il termine del brano convenzionale e Jack ci regala tutta la sua tecnica e le infinite volute artistiche con le quali la sua voce si rotola sulle note.
Jack Savoretti ci sorprende ancora.
Dopo la fine, un nuovo inizio.
A questo punto, resto col fiato in sospensione, quasi incredula che il concerto si sia concluso, tanto era il coinvolgimento e tanta era la passione che è defluita dal palco agli occhi, all’udito e al cuore dei suoi spettatori. Il pubblico si fa quindi incalzante, acclama per qualche lungo e interminabile minuto una nuova uscita. E riesce così a strappare ancora alcuni brani, quando Jack rientra col suo seguito e ce ne regala altri tre. La fantastica Only you per prima, e Written in Scars, l’acclamatissimo successo dell’omonimo album del 2015. Potente ed energica, impossibile non muoversi di fronte a una canzone tanto esuberante e vigorosa.
La conclusiva Knock Knock, il cui refrain è impossibile non cantare in sing along alle saltellanti parole intrecciate al ritmo: ”Bad news bad news I’m talking to you, I don’t know your name but I would love to”. Knock Knock ha catturato letteralmente le ultime gocce di un’emozione strepitosa che è stata vissuta dall’altra parte del palco. È forse la migliore scelta stilistica al fine di coronare il termine di un concerto tanto ricco e sfaccettato, che ha regalato sensazioni intense a chi ha vissuto la materializzazione più viva di una passione per la musica tanto profonda, dalle prime file della platea fino agli estremi di Piazza Leopardi. Per un’ora e un quarto ho dimenticato quanto di fisico, mentale e spirituale ci fosse al di là delle transenne dell’area del concerto e nella mia vita. In fondo, è questo il fine ultimo di un concerto di successo. Jack Savoretti, molto più di un cantante. Una viva emozione dal palco alla platea.
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ottimo per la presentazione ,per le emozioni trasmesse e per i riferimenti musicali
Ciao Ornella, grazie del tuo feedback davvero positivo. É un piacere che abbia apprezzato la recensione e abbia colto a fondo le stesse emozioni trasmesse durante il concerto da questo strepitoso cantautore. Continua a seguirmi per altri interessanti articoli!