
LIMBS.
Bio e discografia
I LIMBS sono un outfit post-hardcore dalla Florida, dove si sono formati nel 2013 a Tampa Bay sotto un altro nome e un album di debutto intitolato Dead Ends. La band ha subito un drastico cambio di lineup in seguito al quale otto mesi di pausa hanno concesso un riassemblamento che si è riaffacciato nella scena post-hardcore con l’album Admission nel 2014.
Nel 2015 i Limbs hanno iniziato un copioso tour e rilasciato due ulteriori singoli, Poison del marzo 2015 e Ruin del maggio 2015.
Nel 2016 la formazione si è addentrata in un tour del sud est degli States insieme ai Saosin ed è comparsa al South By So What?! Music Festival a Dallas, in Texas.
Nell’aprile 2017 i Limbs hanno pubblicato l’EP Sleep con tre brani mixati da Beau Burchell che ha collaborato con i Saosin e masterizzato da Mike Kalajian.
Nello stesso anno con l’assunzione di un nuovo management questo outfit ha supportato gli Envy nel loro tour statunitense e successivamente gli Hail the Sun. Dal settembre 2017 la band è nel roster della Equal Vision Records con la quale ha ripubblicato l’EP Sleep con l’aggiunta di altri tre nuovi brani mediante la produzione di Tim McTague noto per aver collaborato con gli Underoath e remixato da Beau Burchell.
Il lineup corrente dei limbs include: Chris Costanza alle vocals, i chitarristi Jordan Hunter e Tyler Martin, Josh Kowalski al basso e Daniel Nelson alla batteria.
LIMBS. SLEEP EP.
Overview
I Limbs hanno pubblicato il loro ultimo album SLEEP EP il 27 ottobre 2017 tramite Equal Vision Records con sei brani spaccaossa che andremo a recensire uno per uno.
Con questo album i Limbs si inoltrano maggiormente nell’aspetto emozionale e crudo della propria musica. Un’espressività toccata grazie alle vocals di Chris Costanza che aggredisce senza pietà nelle sue distorsioni vocali, lasciando poco spazio alla timbrica pulita della sua voce in contrasto tagliente con la brutalità prescelta. Oltre all’impatto del cantato distorto, un perno centrale nel sound dei Limbs è rappresentato dalle chitarre e una heaviness in crescendo dalla prima all’ultima traccia proporzionale all’aumentare dell’intensità con la quale viene espressa. Si tratta di un album in cui i singoli pezzi al loro interno sono in variazione di arrangiamento, senza uscire però dal frame del post-hardcore e subire virate sperimentali nella sonorità. Questa linea continua, rende SLEEP EP un album molto blindato e compatto nell’impeto rabbioso che domina nefasto la collezione di brani.
LIMBS. SLEEP EP.
Distruzione ad alta velocità.
Track by track
La traccia opener è Poison apre molto incursiva su ritmica prima tintinnante e poi su percussioni suonate a velocità supersonica. L’aspetto post-hardcore distruttivo dei Limbs è al massimo tripudio nell’arrangiamento che corre a velocità da schianto. Non tardano ad entrare le harsh vocals in growl di medio registro che sputa fiamme dalle fauci, miscelati in proporzione due a uno con il cantato spogliato della distorsione e in adozione di solo graffiato negli intermezzi più puliti. Dal terzo minuto lo strumentale si placa in sospensione eterea e spettrale su voce abrasiva fino a scoppiare sul successivo fry screaming appoggiato in lunghezza devastante. La conclusione del brano riprende l’atmosfera inquietante del break down e cala tetra sull’ascoltatore.
Procediamo con Rat, che apre con un intro dove la compenetrazione tra chitarra ritmica e solista è eccezionale nell’incastro come nello sdoppiamento. Le chitarre sono fragorosissime e centrali nel loro lavoro, supportate da bassi tonanti. Il tappeto ritmico varia tra l’accelerazione e il rallentamento nel brano mentre le vocals sono ancora rabbiose e rancorose. Un anthemic chorus coinvolge durante le sue ripetizioni e spintona su mosh pit che apre immancabilmente. Al terzo minuto è adagiato un fantastico assolo di chitarra. Rat è un brano molto variegato, dove lo strumentale subisce un crescendo e diminuendo nella velocità di esecuzione e si allunga e restringe specialmente nel riffing, più stoppato o più prolungato. Le testualità riflettono la rabbia del cantato alla stregua della disillusione del genere umano.
“I’m losing faith in the human race, every time you prove me right, It’s just a matter of time before I find what you are, just another rat running the race, there is no breathing space, you’re a disgrace.”
Eyes è un altro brano in variazione strumentale costante. Nessuna ossigenazione è concessa all’ascoltatore nella linea vocale pulita, ma raw vocals al massimo dello stridore e dello screaming lacerano la pelle in ogni punto. In diversi punti il brano accoglie basslines in evidenza all’ascolto attento con un raro incantevole giro melodico nella sorellastra dalle corde fine dal minuto 2,14. Una manciata di secondi dopo un geniale break down apre a una sezione differente nell’arrangiamento con chitarre al massimo del wah-wah, lavoro alle pelli indiavolato e Chris Costanza che continua la sua aggressione sull’ascoltatore. Se l’ascolterete bene nel fondo del chorus troverete qualche elemento sulle orme del cantato in coro dei Linkin Park su scia del brano Runaway.
“You’re at the back of my mind, on the inside of my eyes, and when I drift off at night, I see you in my sleep”
L’opening del prossimo brano in coda è una presa d’assalto belligerante, Bones . Non c’è tregua per la pace su un brano che è caos allo stato puro. Un costante martellamento nella ritmica tra un incastro matematico tra le chitarre e la batteria promuovono l’headbanging sfrenato. Cala un mantello tedioso e buio in quel poco di giri di chitarra melodici trapuntati nell’arrangiamento carichi di drammatico. Il basso in solitudine rintocca massiccio al minuto 2,45 dal quale si apre una sezione più rapida e accattivante che viene a portarsi via l’intera traccia aumentando la propria intensità e mettendo in atto un’improvvisa chiusura secca.
Ruin seguita l’headbanging del precedente pezzo con un andamento in grado di pogare da sé tanto è ritmato. Un pezzo che apre e chiude le fauci tra heaviness e melodia, maggiormente rispetto ad altri brani di SLEEP EP. Un bel catchy chorus in raro ausilio di clean vocals sporcate soltanto di quel pizzico di ruvido arricchisce il brano con una buona quantità melodica nel solo ritornello. Seguiamo le linee vocali multiple e lo ricantiamo con gusto. Un break down ambience spezza la melodia al minuto 2,49 e lascia soltanto elementi sintetizzati oscuri e il cantato in lontananza che grida prima di deflagrare su screaming al picco della disperazione. La sezione conclusiva è anche quella che accoglie un brillante assolo.
La traccia conclusiva Sleep devasta dal primo secondo con crunch guitar spinta all’apice dello sferragliamento. Si tratta di un pezzo in linea con la violenza che percorre a fiotti le arterie dell’album. Sfiora l’esasperazione delle vocals nel parlato urlato mentre solo un arpeggio pulito accompagna la disperazione di Chris. Progressivamente si inseriscono delle leggere percussioni, la linea vocale si fa leggera e psicopatica, con l’arpeggio che assorbe un andamento carillon. Si tratta di un bridge molto conturbante che prepara all’esplosione catastrofica dal minuto 3,20.
Il brano saluta l’ascoltatore con un effetto riverberato in delay delle chitarre e lascia la mano che ci aveva teso sull’orlo del precipizio. Siamo pronti a cadere nel baratro della devastazione dei Limbs.
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