
SAVING VICE
Dal popoloso metalcore underground del Paese a stelle e strisce, i SAVING VICE, una formazione attiva dal 2017 dal New England con i cantanti Tyler Small e Chase Papariello, il chitarrista Robbie Litchfield, il bassista Kenjamin Smiertelny e il batterista Sammy Whelton.
Dopo un EP autoprodotto nel 2017 e intitolato Lost Words, la band ha debuttato ufficialmente sulla scena con Colder Than Dark EP nel 2018. In due anni il quintetto ha messo a punto un sound esplosivo, all’insegna dell’intensità e appaiato a una serie di sfumature melodiche e sintetizzate. Hanno varcato il palco insieme a titani del genere come Fit For A King, The Devil Wears Prada e It Lies Within, esponendo la loro crescente fan base a una quantità di chorus da stadio, breakdown distruttivi e quant’altro rientri nel taglio a vivo e grezzo del metalcore. Al centro della musica dei Saving Vice ci sono una forte attitudine DIY e tematiche che toccano il tema della salute mentale.
Li abbiamo ritrovati nel 2019 con la rivisitazione dell’ultimo EP, intitolata Euthanasia:Redux, seguita da un singolo ispirato alla Infinity Saga della Marvel: Endgame. È qui che abbiamo fatto il punto della situazione con i Saving Vice. Per l’intervista di SICK and SOUND: www.sickandsound.it/interview-new-england-metalcore-outfit-saving-vice-on-new-single-endgame-colder-than-dark-ep-and-more.
SAVING VICE. HELLO THERE.
Overview
Il 21 febbraio 2020 il quintetto si riaffaccia sulla scena con il primo full-length HELLO THERE e mette in vetrina un tipo di metalcore altamente sintetizzato, atmosferico su una formula efficace di heaviness e catchiness, di cui l’orecchiabilità melodica è quasi sempre orientata al tormentato, inquietante e drammatico. Con un valore supplementare nella chitarra con flair progressive, nella varietà di linee vocali e nei ritornelli coinvolgenti, i Saving Vice mostrano il proprio arsenale al completo, che non ha niente da invidiare al mainstream del panorama statunitense. La produzione ottima permette a ogni elemento di emergere e splendere col suo valore. Buona fortuna Saving Vice!
SAVING VICE. HELLO THERE.
Track by track review
Il disco parte con Before I Go e un preambolo suggestivo fatto di un’atmosfera reminiscente dei migliori Betraying The Martyrs e Ice Nine Kills. É un brano trainato da un mestiere chirurgico di blast beats e virtuosismi di chitarra, e che specialmente ricorda il theatricore degli INK su una serie di textures tintinnanti, campane e ambience che si sciolgono sul cantato pulito di un maestoso ritornello. Il messaggio del brano è incentrato sulla cultura dei social media e della diffusa tendenza ad odiare le altre persone per gelosia, disprezzo o pregiudizio.
Never Knows Best discute delle relazioni tossiche. A partire da un estratto cinematografico, il brano esplode su un riffing incendiario prima lasciare spazio alle clean vocals e a un retroscena nebulizzato. Il botta e risposta di cantato pulito e distorto supporta l’atmosferico e il melodico soprattutto sul ritornello e quello cataclastico dei versi, groviglio non solo di corde vocali ma anche elettriche.
Ecco il brano ispirato alla Infinity Saga della Marvel: Endgame. Il brano è suggestivo sin dall’inizio con una trama di piano e sottili linee drammatiche. La crunch guitar pungente dei versi si smorza sugli arpeggi puliti che precedono un catchy chorus. La linea vocale pulita dei Saving Vice è molto bella, piena e corposa si colloca senza sforzo tra la lacerazione dello screaming in vari registri. Al pulito sono riservati tutti quegli interludi melodici e orecchiabili del brano, al distorto le sezioni caustiche.
Nerve Damage affronta la tematica di superare una relaziona abusiva. Fulminante nel palm muting e accelerato sullo shredding, è un brano pulsante anche sulle altre corde, quelle grosse, con i bassi in primo piano. Manipolato elettronicamente e dotato di un accattivante retroscena, il pezzo mette a segno una formula heavy-yet-hooky completata da un ritornello spazioso. Ah, e breakdown come se non ci fosse un domani.
Eyes Up riassume la storia dei Saving Vice, la resilienza e il successo della formazione nelle difficoltà. Il brano ospita il featuring con Kalie Wolfe dai RIVALS, ed è un interessante variazione al sound proposto finora. Stesse sfumature eteree, ma la doppietta vocale femminile-maschile, avvicina il brano al post-hardcore alleggerendo il carico demolitore. Si tratta di una combinazione tra due linee vocali pulite e una distorta, un trio creativo che permette di indulgere sul melodico, senza perdere l’heaviness dei momenti più massicci.
Pronti a essere inghiottiti dall’oscurità con Echoes From the Gutter. È il brano più heavy della selezione, abrasivo e accelerato. Serra completamente gli occhi al melodico con inquietantissimo riffing e sola distorsione tra growl medio, basso e qualcosa come il KVLT screaming. Un arpeggio orientale e tedioso apre l’esecuzione. Riflette specularmente la tematica di quanto molte band investano più energie nell’odio reciproco che nel supportarsi a vicenda e rivelare il proprio talento. Sul ritornello ricorda ancora una volta Ice Nine Kills e Betraying The Martyrs, ma anche attraverso i versi di tutti quegli archi apocalittici nelle intercapedini del caos.
All’altro spettro del suono So Safe, un brano collocato in chiusura, che invece, è interamente orientato al melodico e al versante post-hardcore, attingendo soprattutto alle chitarre e all’uso esclusivo di clean vocals. Il testo è dedicato a coloro che vivono relazioni a distanza sulla base dell’esperienza personale del cantante Tyler.
Broken Window ha a che fare con il concetto sociologico della “finestra di Overton” e gli atteggiamenti dell’opinione pubblica che categorizzano un’idea. Apre con piano e cantato pulito in evoluzione sul distorto e sul riffing mordi e fuggi. Nel retro, un accattivante sintetizzato che stabilisce parte del groove dell’intero brano. C’è qualche breve istante di groviglio strumentale un poco eccessivo e un ritornello un po’ troppo edulcorato per la carica al napalm insita nell’arrangiamento. A parte questo, la base sintetizzata è molto gustosa. Al minuto 2,42 arriva anche un breakdown mastodontico.
Hollow Bastion discute dei sentimenti e delle paure legate alla crescita, e del guardare al passato che previene di vivere la vita al massimo nel presente. Il messaggio è di non perdere tempo a stagnare sulle cose, perché non è mai troppo tardi per vivere i propri sogni. Accoglie uno dei ritornelli più memorabili e ossigenanti del disco, accompagnato da un bel giro circolare, collocato tra le fiamme di un arrangiamento tormentato e antagonista. C’è un groove di base che suscita un irrimediabile headbanging, dove il ritornello è la ciliegina sulla torta, La dose melodica è diluita in una proporzione ideale nell’aggressione, il che ne fa uno dei brani stand out.
The Black Briar è il brano che riflette maggiormente il signature sound dei Saving Vice. Inquietante in apertura con guitar licks riverberati e una serie di suoni che ricordano un organo decadente. Se il disco è un viaggio attraverso la rabbia, la speranza, l’amore, la depressione, la traccia closer è la metafora del luogo oscuro dove risiedono le proprie paure, ansie e i propri demoni: la propria testa. Dopo aver messo in vetrina la furia, il brano si spezza a metà su un interludio arpeggiato ed evanescente, prima di riprendere le fila del discorso metalcore rivestito di tormento e dramma con un extra elemento anthemic. Un grande brano con cui chiudere, riprendendo il cerchio delle sonorità plateali e teatrali ascoltate in apertura. Benvenuti Saving Vice!
Rating: 9/10
Brani suggeriti: Before I Go, Endgame, Echoes from the Gutter, Hollow Bastion, The Black Briar
Guarda Saving Vice – The Black Briar (Official Video):
Saving Vice – Hello There tracklist:
1. Before I Go
2. Never Knows Best
3. Endgame
4. Nerve Damage
5. Eyes Up (feat. Kalie Wolfe)
6. Echoes from the Gutter
7. Broken Window
8. Hollow Bastion
9. So Safe
10. The Black Briar
Per tutte le recensioni e gli articoli disponibili sui SAVING VICE di SICK AND SOUND:
www.sickandsound.it/category/emerging/saving-vice
Per tutte le recensioni sui nuovi album disponibili su SICK AND SOUND:
www.sickandsound.it/category/albums
Per tutte le recensioni sui concerti disponibili su SICK AND SOUND:
www.sickandsound.it/category/concerts
Per tutte le interviste disponibili su SICK AND SOUND:
www.sickandsound.it/category/interviews