
SECOND BY DEFAULT
Spazio al panorama underground sulle pagine di SICK AND SOUND e ai SECOND BY DEFAULT, una neo formazione dalla capitale con Andrea De Luca alle vocals, Matteo Mastrelli alla chitarra, Daniele Marrocco al basso e Simone Tempesta alla batteria.
Debuttano sulla scena con il primo lavoro NEBRASKA EP l’8 novembre 2019, nel quale mi sono imbattuta durante una ricerca delle ultime release dallo scenario metalcore underground dell’anno. Difatti nei Second By Default l’influenza metalcore è particolarmente evidente ma non esaustiva. La formazione capitolina avrebbe enumerato tra le proprie ispirazioni icone del genere come Parkway Drive, Architects, Bleed From Within, The Ghost Inside, ma oltre il perimetro metalcore c’è una delineata influenza hardcore, hardcore metal e hardcore punk. In un Paese nel quale chiamare il metalcore ancora hardcore metal suona a volte come una bestemmia, i Second By Default hanno tutta la grinta per rifiutare la collocazione esclusiva in un solo genere, e ne consegue il sound sfaccettato e poliedrico che mettono in vetrina nel primo lavoro.
SECOND BY DEFAULT. NEBRASKA EP.
Track by track review
Il mio debole personale per il metalcore a tutti bassi, chitarroni e tappeti ritmici sussultori ha chiamato sin dall’apertura, dove i Second By Default schiaffano una delle tracce standout del disco. Si chiama Avista ed è regolata da una sezione ritmica affrettata combinata a un riffing altrettanto frenetico e di momenti in cui la doppietta è in aderenza promuovendo la concitazione. La rapidità delle percussioni è l’indicatore indiretto dell’influenza hardcore della formazione capitolina, in vetrina sin dal primo brano. Ma il fragore e la percussione più secca tipici del genere, sono attraversati da quelle linee di basso plumbeo e ignorante chitarrona down tuned. Sul versante vocale, cori e double vocals in distorto e pulito condiscono la formula. Un bel lavoretto di corde soliste in coda si porta via il gradimento iniziale dell’album.
Un pezzo che segue le stesse orme, e altro mastodonte del disco, arriva alla posizione numero tre: Snakebite. Questo è un brano dinamico, con variazione ritmica che oltre al metalcore da massacro sonoro, mette sotto ai riflettori una caratura tecnica di corde progressive, protagoniste indiscusse. Compaiono in superficie o appaiate al riffing breve più fulminante. Snakebite è anche uno di quei brani che oltreoceano chiamerebbero breakdown fest.
Il sound che viene esposto è volutamente catalizzatore di una forma di energia allo stato grezzo, dove la potenza di uno strumentale antagonista appaiato al rancore vocale, sono il perno dell’intera selezione. Il comando supremo impartito dai Second By Default sembra essere: fare più casino possibile. E ci riescono bene, regalando un momento di agitazione atto ad aprire un circle pit à la Counterparts o à la Knocked Loose; di quelli dove non si poga soltanto, ma si vedono corpi volare. È il caso di Fate, dove la suddetta percussione secca da nevrosi di pelli hardcore, si accosta ai blast beats. La fretta ritmica assorbe uno squisito elemento melodico nel ritornello, cortesia di linee di chitarra circolari che diluiscono la formula abrasiva del brano. Ma il dinamismo vuole che in coda, la traccia si sposti anche sul perimetro più corazzato di breakdown e quant’altro il Padre -core comandi.
Così anche Kintsugi, una traccia che spacca la porta a calci e si dimena inarrestabile per il lavoro polverizzante di pelli, ma che combina anche le tipiche accordature basse del metalcore e quella terza dimensione della profondità dovuta all’ausilio di doppio pedale più prepotente. C’è anche una dose di melodico che la chitarra riversa nel caos dello sferragliamento e accosta la scelta al melodic hardcore. Il titolo viene da una parola giapponese, e da un’antica pratica artigianale del riparare la ceramica con l’oro, simbolismo dell’essere umano che accetta e abbraccia il danno. Punti extra per l’ispirazione tematica ai Second By Default.
Il viaggio in cardiopalmo termina con un episodio di intrattenimento e la cover di Maniac da Flashdance, una variazione sperimentale in chiusura, a ricordare che seppure l’involucro è metal, questi ragazzi sono cresciuti con l’hardcore punk nelle vene. E COL POGO. Il debutto è di buone premesse e nella sperimentazione di varie influenze da parte dei Second By Default ho ritrovato il tentativo di costruire un sound che sia unico, distinguibile e soprattutto personale, di cui sono state poste le basi e il potenziale per marcarsi e definirsi ulteriormente nei materiali a venire.
Rating: 8.8/10
Brani suggeriti: Avista, Snakebite, Kintsugi
Second By Default – Nebraska EP tracklist:
1.Avista
2.Fate
3.Snakebite
4.Kintsugi
5.Maniac (Flashdance cover)
Per tutte le recensioni sui nuovi album di SICK AND SOUND:
www.sickandsound.it/category/albums
Per tutte le recensioni sui concerti di SICK AND SOUND:
www.sickandsound.it/category/concerts
Per tutte le interviste disponibili su SICK AND SOUND:
www.sickandsound.it/category/interviews