
SUM 41 + ZEBRAHEAD + WATERPARKS + THE FAIM
Live @ Rimini Park Rock 2018
31 Agosto 2018
Un live report di Giuseppe Naso con contributo editoriale di Emanuele Ragni e photo report di Paola Giacchino.
“Se la osservi bene, la pioggia estiva non bagna… colora il mondo”, immagino che il padre di questa citazione, il noto aforista Fabrizio Caramagna, non sia mai stato all’Home Festival di Treviso per godere di quel tanto decantato carnevale di tinte e nuance dove, come giustizia divina, è calata con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su tutto il pubblico del suddetto festival. E dopo un minuto di silenzio in memoria dei presenti al concerto “in fondo al mar” degli Incubus+Prodigy, mi calo nelle vesti inedite di ghost writer per occuparmi del soleggiatissimo reportage sull’ultima giornata del Rimini Park Rock, vissuto in prima persona dalla nostra fotografa Paola Giacchino ed Emanuele Ragni.
All photo credits go to Paola Giacchino. Right to use permitted by courtesy of Paola Giacchino photographer.
Nato nel 2016, con Offspring e Pennywise a far da padroni di casa , il Rimini Park Rock è cresciuto rapidamente, passando da garçonnière a rinomato festival. L’edizione di quest’anno contava 4 giorni smarmellati tra giugno e agosto ed oltre a Ermal Meta e Negrita, pare che la musica fosse davvero protagonista grazie alla presenza di headliner della caratura di Caparezza e dei Sum 41. A dispetto delle previsioni, sarà un sole californiano (vade retro Caramagna) a chiudere il sipario del Rimini Park Rock, in un’organizzatissima e accogliente area ovest della zona Fiera.
A colpire subito nel segno due dettagli non di poco conto:
-L’assenza dei “token“, una tortura medievale spilla soldi tanto cara alla Live Nation quanto odiata dal resto del mondo.
-La presenza e vendita di bottiglie d’acqua con…fatico a scriverlo tanta è la commozione…IL TAPPO! Avete letto bene e voglio riscriverlo perché non so quando mi ricapiterà di farlo —>IL TAPPO! Possibile che questa pericolosa arma di distruzione di massa sia stata finalmente sdoganata e che a farlo siano stati i padri dello squacquerone?
RIMINI PARK ROCK 2018: WATERPARKS, THE FAIM, ZEBRAHEAD
Ad accendere la prima scintilla del giorno i texani Waterparks, praticamente quello che potevano diventare i nostri “Dari” se avessero concluso l’alberghiero, ovviamente sto scherzando, i Waterparks sanno suonare. Il giovane trio di Houston sorprende offrendo un pop punk energico e scanzonato, contaminato da sfumature che attingono a piene mani da Green Day, Sum 41 e Fall Out Boy.
Il cantante Awsten Knight sa il fatto suo e la sua voce incontra un coro di fan scatenati sotto palco. A lasciare perplessi è l’assenza di bassista sostituito dall’uso di basi, ma questo non mina l’efficacia di una performance di tutto rispetto.
Rapido cambio palco e sarebbe il turno dei The Faim, dico sarebbe perché pare che il chitarrista Michael Bono abbia qualche piccolo problemino legale, a me piace pensare che sia solo un’ingegnosa trovata per evitare il tour con i 5 Seconds of Summer, il carcere suona decisamente meno compromettente, eroi a prescindere. Ah, ecco gli Zebrahead e tutta la loro esperienza ventennale punk californiana; il livello qualitativo e di testosterone sale tanto quanta la spensieratezza e la voglia di divertire dei ragazzacci provenienti da Orange County.
Il sound richiama alla mente l’atmosfera da commedia americana di inizio millennio e mentre il Rimini Park diventa una festa di fine anno scolastico, Matty Lewis fa animazione inneggiando al surfing. Alcuni fan prendono decisamente in parola il frontman, guadando il pubblico a bordo di un canotto mentre due bottiglie di birra umane appaiono sul palco annaffiando le prime file con pioggia dorata al luppolo. La scaletta comprende i cavalli di battaglia di sempre come Hell Yeah!, Falling Apart, Anthem anche se la grande assente è Playmate of the Year…a me piaceva tanto ma in ogni caso chapeau ai Zebrahead e arrivederci a presto.
RIMINI PARK ROCK 2018: SUM 41
Alle 21:30 una devastante The Hell Song introduce ai Sum 41, headliner e graditissimo ritorno in Italia dopo il sold out agli i-Days dello scorso anno. La folla si accalca copiosa e un rinato Deryck Whibley, reduce da trascorsi non memorabili, dà il via ad un’indimenticabile show dove furore, sentimento ed un pizzico di heavy sono tra gli ingredienti alla base dell’inossidabile empatia che l’ensemble canadese riesce a creare con il proprio pubblico. Una setlist lunga 22 canzoni per rivivere la storia di una band che ha lasciato una traccia nel cuore di moltissimi di noi, tra salti nel tempo, cover e omaggi.
Assolutamente da sottolineare la presenza del chitarrista Dave “Brownsound” Baksh, con indosso la maglia della nazionale di calcio appartenuta al compianto Davide Astori, capace di gesti d’amore per l’Italia come spesso fa mostrando orgoglioso lo scudetto tricolore cucito sulla maglia. Il sound dei Sum 41 è inconfondibile, duro e sparato in faccia alla platea del Rimini Park, si passa da We’re All To Blame a Underclass Hero fino a quando Deryck dice “non sarebbe un concerto dei Sum 41 senza del sano heavy metal” omaggiando i Black Sabbath con Paranoid e War Pigs.
In mezzo ai loro cavalli di battaglia i punk rocker d’oltreoceano infilano diverse citazioni e tributi: dall’assolo di batteria di Killing in the Name dei Rage Against the Machine ad Another Brick in the Wall dei Pink Floyd, dall’assolo di chitarra di We Will Rock You dei Queen fino ad aprire i bis con l’attacco inconfondibile di Smoke on the Water dei Deep Purple e continuare con Seven Nation Army dei White Stripes. La cavalcata del quartetto canadese si conclude con un sentito omaggio a Chester Bennigton durante l’esecuzione di Faint, canzone dei Linkin Park che chiude il sipario su quel concentrato di emozione e momenti indimenticabili che è stata l’ultima giornata del Rimini Park Rock.
PS. Prima dei saluti Deryck ha annunciato che i Sum 41 sono al lavoro su un nuovo disco e che il 2019 li riporterà in tour in Italia, non male per quella che doveva essere una colorata giornata di pioggia.
PPS. È tristissimo il ruolo di ghost writer, sono in preda ad un impeto di invidia implacabile, pioggia, auguro pioggia dorata a tutti i prossimi concerti di coloro che mi delegarono ancora questo compito.
Giuseppe Naso
Ho il piacere di ospitare questo live report sul concerto di Sum 41 + Waterparks, The Faim e Zebrahead al Rimini Park Rock 2018 da parte del Live Reporter e Senior Editor Giuseppe Naso con contributo editoriale di Emanuele Ragni e photo report della collaboratrice Paola Giacchino.
SICK AND SOUND ringrazia KINDA Agency e LP ROCK EVENTS per la collaborazione e aver reso possibile la nostra presenza all’evento.
Per sapere di più sul nostro Senior Editor e Live Reporter Giuseppe Naso, Spike, sbirciate nel suo music background:
www.sickandsound.it/meet-my-editors
Per la sezione con tutti gli eventi live in arrivo di SICK AND SOUND:
www.sickandsound.it/category/events
Per tutte le recensioni della categoria concerti di SICK AND SOUND:
www.sickandsound.it/category/concerts
Per tutte le recensioni sui nuovi album di SICK AND SOUND:
www.sickandsound.it/category/albums
www.facebook.com/riminiparkrock
www.twitter.com/RiminiParkRock
www.instagram.com/riminiparkrock