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VEIL OF MAYA.
Live @ CYCLE CLUB, Firenze con DANCE GAVIN DANCE.
19 Marzo 2018
Li abbiamo visti mettere a ferro e fuoco lo stage del Cycle Club il 19 Marzo 2018, eravamo a soli pochi passi da loro mentre hanno messo in atto uno show devastante sul migliore deathcore degli ultimi quattordici anni e sei album, i Veil Of Maya. Co-headliners per l’evento e l’intero European Tour 2018 con l’eclettico e dinamico quintetto post-hardcore californiano, i Dance Gavin Dance e l’opening act da parte dei giovani ed esplosivi Thousand Below.
Ci rechiamo in anticipo rispetto all’apertura del door del Cycle Club per poter incontrare i Dance Gavin Dance e fare una chiacchierata con loro. Siamo giunte durante il sound check, che leggermente in ritardo, ha fatto scivolare di poco il nostro appuntamento senza nulla togliere ad un evento riuscito in pieno.
Per approfondire con l’intervista che abbiamo avuto con Will Swan dei Dance Gavin Dance all’indirizzo: www.sickandsound.it/an-interview-with-will-swan-from-dance-gavin-dance-live-cycle-club .
THOUSAND BELOW. Opening act.
I Thousand Below sono un quintetto giovane e fresco da San Diego, California. Con un paio di anni di attività alle spalle nel post-hardcore sono giunti nel roster della Rise Records affacciandosi con il loro album di debutto The Love You Let Too Close dello scorso ottobre 2017. Da questo full-length sono stati estratti i brani di punta per la loro apparizione come opening act di Veil Of Maya e Dance Gavin Dance.
I Thousand Below attaccano mentre il locale è ancora vuoto e subiscono qualche problema tecnico al mic del cantante James DeBerg, ma risolto all’istante. Non si presentano con tanti fronzoli i ragazzi californiani, mettendo sin da subito in vetrina tutto il proprio potenziale di aggressività core con una parsimoniosa diluizione melodica. Fanno un gran bel casino questi Thousand Below senza risparmiare momenti di totale pesantezza strumentale e sferragliamento di corde.
Le distorsioni vocali sono animose come il genere di appartenenza comanda. Subiscono una buona transizione verso il cantato pulito che è in grado di realizzare dal vivo DeBerg fra le sue ruvide harsh vocals e gli intermezzi vocali in clean. Una tecnica complessiva ancora da perfezionare e tirare perfettamente a lucido nella linea vocale, ma abilmente incastrata dallo strumentale. Il mix melodico-heaviness è gradevole quanto incorniciato da un alto grado di catchiness negli arrangiamenti e ritornelli, dove non mancano quegli elementi atmosferici e synth che riempono e arricchiscono i loro brani. Non hanno tenuto una lunga esecuzione, ma hanno saputo mostrarsi capaci i Thousand Below e pronti per una lunga carriera. Ho avuto occasione di fare due chiacchiere con James DeBerg subito dopo il proprio show, un personaggio che si è mostrato veramente simpatico, gentile e molto disponibile a regalarmi una foto.
DANCE GAVIN DANCE. Setting off the show.
Che dire di questa formazione che è stata travolta da numerosi cambi di lineup da quando, nel 2005, si è formata a Sacramento, California. Una band eclettica e resistente a ogni cambiamento subìto, che ha saputo trarre il massimo dalla variazione e dinamicità delle metamorfosi che hanno avuto luogo: i Dance Gavin Dance. Un incredibili outfit che mi ha lasciata colpita e deliziata di quanta genialità e ricchezza ci sia nelle proprie sonorità.
Uno show quello dei Dance Gavin Dance, che evidenzia e si vanta di una voce fantastica nella linea vocale pulita di Tilian Pearson, il frontman numero uno dal registro vocale altissimo. Ho trovato dal vivo, quanto nei brani in studio, una tecnica vocale senza difetti, perfetta nella voce di testa e favolosa nella versione falsettata. Niente di meno che un inconsueto incastro con le harsh vocals di Jon Mess, “mess” di nome e di fatto aggiungo. Qualcuno che se incontrate di persona vi sembra una persona buona e calma, e che sul palco si mostra un mostro della distorsione vocale. Una band giovane ma che ha superato i 13 anni di musica ormai, fresca nel proprio sound accessibile. Sono arrangiamenti con un’altissima dose di catchiness e quella proporzione di pop plastico dovuta soprattutto alla tipologia di timbrica della voce in clean che è tipicamente di questo tipo.
Sin dal primo brano, l’headbanging si scatena sotto al palco da parte di un pubblico che insegue Tilian nei chorus memorizzabilissimi. Si tratta di una combinazione non convenzionale quella dei Dance Gavin Dance, e non a caso utilizzo questa accezione. Si tratta infatti di una percentuale elevata di melodico mescolata con il distorto e molto diversa da una normale combinazione heavy-melodic dei generi -core. La voce in clean riflette una timbrica esclusivamente alta o altissima e vispa, viva quando la regola è quella di voci più corpose e nel registro medio del melodic post-hardcore. Acuta e bellissima, con una tecnica da capogiro. Sa appoggiare note in lunghezza eccezionale. Pop-heavy, pop metal, post-hardcore melodico, chiamatelo come volete, il risultato impressionante non cambia.
I DGD ci lanciano il brano Frozen, dove questa alchimia fra le due parti è molto evidente e anche le distorsioni incontrano il massimo del mio gradimento. Non vedo alcuna tensione a livello delle fasce muscolari del collo, e sapete cosa significa in quanto a tecnica vocale? Che Jon sa quello che fa e lo fa egregiamente, appoggia di diaframma e senza sforzo le sue distorsioni infuocate. Sul pezzo Tilian chiede il sing along sul brano Own The Night. Accontentato.
VEIL OF MAYA. Seeting the roof on fire.
Ci regalano un’ora del loro prezioso tempo, eh già. Perché un po’ se la tirano, ma possono permetterselo direi. Iniziano alle 21,30 i Veil Of Maya. Allora si, che insieme al pubblico sotto al palco prendiamo fuoco per loro. Lukas Magyar, un mostro canoro. Danny Hauser, un dio greco che smanetta col suo basso a sette corde, ammicca e se la tira mentre sbatte i capelli lunghi come non ci fosse un domani.
Sono i Veil Of Maya deflagranti che adoro, un riffing così stoppato che è un martello pneumatico in ogni meandro della massa grigia. Un precisione tecnica impeccabile quella alle pelli, su un tappeto ritmico djent che picchia come un tamburo da guerra e regala alcuni tra i momenti più deliranti di blast beats. Frenetici, rapissimi, menano e risuonano nella cassa toracica da questo lato del palco. Il pubblico con i Veil Of Maya è irrimediabilmente in delirio, pesta piedi e sbatte la testa in balia dell’energia devastante e impetuosa che attinge dal palco. Gli stessi Veil Of Maya sono speculari nell’headbanging col loro pubblico e lo innescano a piacimento.
Le movenze di Lukas sono le stesse che avete visto negli ultimi video, stesso sguardo sinistro, stesse consuetudini. Ed è proprio lui ad incitare senza pietà il mosh pit, due volte. Nella prima occasione fa dividere il pubblico a metà, un santone incappucciato a spartiacque dà il via al diavolerio dei ragazzi fomentati al di sotto. Nella seconda occasione chiede al pubblico di formare un cerchio, a delimitare il mosh distruttivo che si scatena all’interno, forza centrifuga del pogo.
Ci siamo goduti i brani più iconici del nuovo album False Idol: Overthrow, Doublespeak, Whistleblower di cui abbiamo riportato a casa alcuni video incendiari. Come non ricantarsi il catchy chorus di Overthrow allo streguo delle corde vocali?
“We refuse to live, only sparing breath, we’re caged in silence, we will soon begin, bringing forth the end, to all this madness”.
Sul pezzo siamo stati letteralmente travolti dall’energia, era impossibile che non fosse nella setlist di stasera. Un video che resterà nella storia delle memorie di concerti più memorabili di questo 2018.
Su Doublespeak il pubblico si ricanta il brano direttamente dal microfono che Lukas stesso ha girato da questa parte del club e nel break down centrale del brano, battono tutti le mani a ritmo prima che la voce delicata e falsettata lasci spazio alla devastazione sonora del pezzo e a capelli lunghi che agitano le chiome sopra e sotto il palco. Un altro brano pensato per un live show del genere.
Lukas Magyar è l’apoteosi della dicotomia clean e harsh. Potente nel pulito e in scivolamento fluido dal distorto dove il registro coperto non è umano, dal low range growl talmente gutturale e generato dal petto che risuona come un uragano fino ai registri più alti e abrasivi, scavalcando il mid e ingurgitando l’high sceraming. Fa paura. Nel basso si abbatte a flagello della morte. Si rilassa talvolta nella linea vocale pulita e se ne va fuori tono ma senza disturbo all’ascolto. Resta orgoglioso e fiero sul palco e non sbaglia un passaggio distorto, in grado di regalare lo stesso grado di pesantezza degli album anche dal vivo.
La batteria è qualcosa che corre alla velocità supersonica e si risentirà pulsare nella scatola cranica a lungo, quanto il basso iconico dei Veil Of Maya. Grande performance di Sam Applebaum alla batteria, che a fine concerto sarà anche l’unico a restare a stringere mani e prendersi il suo momento di apprezzamento e gloria finale.
Prima di un encore i Veil Of Maya lanciano uno degli assi di spade alla fine, il brano Mikasa, dove il frontman di questa formazione sussultoria chiede a tutti di avvicinarsi e cantare con lui. Mikasa appartiente all’album Matriarch, dal quale estraggono per questo live anche i brani Nyu, Leeloo, Aeris, Three-Fifty. E noi ce la cantiamo assieme a lui, il semi-Dio delle harsh vocals:
“Align the stones to form a message in the sand,I will never relinquish, it is written in the sand”.
Per l’encore fanno spirgionare un’atmosfera fumogena e sospesa, mentre a braccia levate il pubblico si beve l’ultimo brano di questa intensa ora di Veil Of Maya sul tintinnio di Subject Zero. E noi ci riportiamo a casa dei ricordi unici di questo trittico di band in miscelazione esplosiva e qualche memorabile foto in esclusiva con loro.
SICK AND SOUND ringrazia sentitamente KINDA Agency per la collaborazione e aver reso possibile la nostra presenza all’evento di Dance Gavin Dance, Veil Of Maya e Thousand Below al Cycle Club di Calenzano (FI) il 19 Marzo 2018, quanto per la preziosa opportunità di intervistare in esclusiva Will Swan dei Dance Gavin Dance.
Per approfondire con la nostra recensione traccia per traccia di False Idol dei Veil Of Maya:
www.sickandsound.it/veil-of-maya-false-idol-melodie-luminose-nelloscurita-sonora-dellego
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